sabato 24 settembre 2011

Sprawl tales

Mai una buona notizia al videogiornale di News24, pensò Carl, spegnendo il suo piccolo televisore in cucina. Era ancora troppo presto per raggiungere gli altri all'Hive. Si diresse verso il minuscolo balconcino, gli piaceva affacciarsi e guardare le scie degli AV in cielo. Si accese una sigaretta pensando che era uno dei pochi fortunati a potersi permettere una vista sull'esterno, chissà quante migliaia di persone nella sua arcologia non vedevano altro che gli atri interni. In quel momento un piccolo girocottero passò in lontananza, era troppo lontano per vedere che modello fosse, ma azzardò mentalmente si trattasse di un vecchio girocottero della Takaya, a giudicare dalla sagoma. Effettivamente Carl era un grande esperto di elicotteri e velivoli civili, dopo aver lavorato per anni come capo-meccanico nell'aeroporto di Night City.

Venne strappato dalle sue riflessioni dal rombo di una moto che si fermo in strada, vicino ad una malridotta Chevy. Sapeva a chi apparteneva quel catorcio, a Jason, un ragazzo che si era fatto una certa reputazione come ricettatore. Non aveva mai visto invece l'altro tizio, un omaccione muscoloso, sembrava un cubano a giudicare dall'aspetto e sembrava conoscere Jason. Brutta gente, pensò Carl, non portano mai nulla buono quelli li. Tornò a scrutare il cielo in cerca di qualcos'altro degno di attenzione, ma il cielo era stranamente vuoto quel pomeriggio.

Finì la sua sigaretta e mentre si voltava per rientrare, sentì che il tono di voce dei due si stava alzando pericolosamente, si sporse un secondo per vedere giusto in tempo il portoricano estrarre un monopugnale e gettarsi su Jason. La velocità dell'uomo era impressionante, di sicuro aveva qualche amplificatore di riflessi impiantato nella testa, pensò Carl. Il colpo affondò nella coscia destra di Jason, un fiotto rosso sgorgò sui pantaloni e la gamba del ragazzo cedette. L'urlo di Jason rimbombò tra i vicoli vicino, ma il ragazzo non era uno sbarbatello da vicolo e mentre si accasciava a terra estrasse una pistola da sotto la giacca e, con mano tremante per il dolore, fece fuoco. Colpì l'energumeno alla testa, non un colpo mortale però, perché il cubano alzò nuovamente la lama, un colpo lento questa volta, a causa del la ferita di certo. Questa volta colpì Jason allo stomaco, ma il ricettatore probabilmente aveva una giubbotto corazzato sotto la camicia, e il colpo non fu mortale. Mentre il cubano tentava di togliersi il sangue da davanti gli occhi, Jason puntò di nuovo la pistola, mentre con l'altra mano tentava di fermare l'emorragia alla gamba, e fece fuoco. La mira era stata pessima, ma comunque efficace, il colpo mandò in frantumi la caviglia sinistra del cubano, che cadde a terra urlando. Ma forse per lo shock o per la ferita alla gamba, subito dopo il colpo, Jason si accasciò a terra, in fin di vita. L'energumeno fece giusto in tempo ad estrarre il cellulare dalla tasca e a comporre un numero, e poi anche lui si accasciò a terra in una pozza di sangue.

Povero ragazzo, forse se la caverà se qualcuno ha chiamato in tempo il 911, pensò Carl, mentre rientrava in casa. Doveva ricordarsi di chiamare Max più tardi, magari sganciando abbastanza eurodollari sarebbe riuscito a mettere le mani su quella Chevy, erano mesi che ci aveva messo gli occhi sopra e forse questa era la volta buona, pensò mentre si dirigeva sotto la doccia.



3 commenti:

Aiken ha detto...

e l'hype sale e cresce...

Aiken ha detto...

Direi che tutto il cinismo, la violenza, l'oscurità, la rassegnazione di Gibson ci sta in questo racconto. Complimenti Gabbo. e ricorda, il cielo aveva il colore di uno schermo sintonizzato su un canale morto...

Gabbonobo ha detto...

Letti solo ora i commenti. Grazie mille per i complimenti, fatti da te valgono triplo! Prima o poi ci riuscirò ad organizzare, maledetta vita "reale" con i suoi stupidi impegni...