mercoledì 4 agosto 2010

Abbracciare la premessa

Ieri sera è sorta una piccola discussione sulla libertà dei giocatori nei giochi di ruolo.
E' infatti pensiero comune che un personaggio in un GdR debba avere la libertà di agire nel modo che preferisce. Voglio riportare un messaggio che ho letto nel forum di Gente che Gioca, mentre "studiavo" per La mia Vita col Padrone.

L'autore è Korin Duval
Una delle cose più difficili da vedere in un GdR è una delle cose più facili da vedere in un gioco da tavolo (GdT da qui in poi), e parlo di quella cosa che chiamerò "Abbracciare la Premessa".

[...]

Mi spiego:
Giocando ad un gioco da tavolo tipo, che so, Il Trono Di Spade, ci si mette al tavolo e si abbraccia (o accetta) la premessa di dire "ok, ognuno ha una casata che detesta le altre e vuole conquistare più terre possibili". Idem la premessa genocida (!) di Risiko, o quella spietatamente capitalista di Monopoly/Monopoli (e, da economista, un gioco in cui il monopolio è lo scopo finale tanto agognato mi fa svegliare di notte urlando dall'orrore :P ), o, in Arkham Horror, che i personaggi controllati siano abbastanza motivati da rischiare la pelle per salvare la città e quindi il mondo intero.

Nei GdR è più difficile vedere questa accettazione della Premessa.
Non so se sia per colpa della solita, pessima idea che "un GdR deve permetterti di fare tutto" (as in: ogni tipo di PG e ogni tipo di storia, così, come viene) o della solita abitudine a non fidarsi dei regolamenti, a forza di bastonate prese nei denti da essi.

Però i regolamenti che funzionano possono funzionare solo se si accetta la premessa del gioco e la si VUOLE portare a compimento.
In Cani nella Vigna bisogna essere motivati a fingere che i Personaggi non Giocanti siano PERSONE sotto la propria responsabilità esattamente tanto quanto in D&D o Storming bisogna dare per scontato che i PG siano eroi che vanno a combattere i mostri.

Un BUON gioco renderà la Premessa più facile da accettare e comprendere, Avventura in Prima Serata, per esempio, fa costruire parte della Premessa ai giocatori stessi (la parte fissa è "è una serie TV")! Altri giochi richiedono ai giocatori un passo più lungo iniziale perché mostrano qualcosa di molto più "esotico": CnV, LMVcP.[...]

[...]anche La Mia Vita col Padrone è un gioco che, se non prendete per buone le Premesse, si sfascia e si accartoccia su sé stesso, tanto quanto, che so, una partita di scacchi se un giocatore gioca "tanto per fare" o muove i pezzi a caso o "gioca per perdere".
Chi non è motivato a fare un viaggio orrorifico in un mondo di crudeltà, catarsi e (forse) riscatto, non giochi, perché non si divertirà lui e minerà il divertimento degli altri. Chi ha fegato, si faccia sotto. ^__-
Riportando la citazione nella discussione, che principalmente aveva come argomento Vampiri la Masquerade, se non si accetta che il vampiro sia principalmente un essere solitario, non avezzo ad unirsi in coterie con vampiri di altre linee di sangue, senza una qualche forma di costrizione o una forte motivazione che spesso è altamente improbabile da trovare, ma si cerca di abbracciare la convinzione che è possibile fare gruppo per fronteggiare pericoli comuni, senza una qualche motivazione plausibile (come in D&D), allora il gioco potrà risultare noioso. In fin dei conti, il divertimento di Vampiri la Masquerade, non dovrebbe essere nell'utilizzo di questo o di quel potere, ma nell'interpretare una figura tragica e immortale, che ha continuamente come nemici sè stesso (la Bestia e la violazione delle leggi della Masquerade) e coloro che gli stanno intorno (altri vampiri con il desiderio di avere un rivale in meno).

1 commento:

Aiken ha detto...

Completamente d'accordo